Jacopo Larcher Luglio 2017

Così parlò Zarathustra

Italia  •  
Bigwall / Vie Lunghe

ADVENTURES

Così parlò Zarathustra

Volevamo scalare la via rispettando l’etica degli apritori, salendo dal basso e senza aggiungere spit.

2017 Così parlò Zarathustra

Scheda tecnica

Stato

Italia

Tipologia

Multi-pitch

Via

Così parlò Zarathustra (Una via per tutti e nessuno)

Falesia

Trono di Osiride (Vallone di Sea)

Lunghezza

230 m

Grado difficoltà

7c

Liberata da

Larcher Jacopo e Paolo Marazzi, Luglio (2017)

Ripetuta da

-

JACOPO, 2017 - Così parlò Zarathustra
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2017 Così parlò Zarathustra

Un paradiso

Il Vallone di Sea è un vero paradiso per l’arrampicata trad: spero che i locals lo preserveranno.

2017 Così parlò Zarathustra

Racconto

L'idea

A fine luglio avevo programmato una settimana di arrampicata con Paolo Marazzi nei dintorni di Chamonix, senza un piano ben preciso. Tuttavia, dopo aver tracciato per una prova di Coppa Italia a Torino, le previsioni meteo per Chamonix non erano molto incoraggianti, quindi, dietro suggerimento di Paolo, ci siamo diretti a Vallone di Sea, una valle poco frequentata vicino a Torino, zeppa di pareti di granito: ne ero rimasto immediatamente stregato per la quantità e la qualità della roccia, e Paolo si era già messo in testa una via, la stessa che avevo solo sentito nominare da alcuni amici.

La via

“Così parlò Zarathustra” era una vecchia via d’artificiale, aperta agli inizi degli anni 80 da I. Meneghin e D. Caneparo; secondo i racconti di Paolo, la linea seguiva un enorme diedro liscio, che caratterizzava anche la parete. In 35 anni era stata tentata solamente poche volte, e nessuno l’aveva ancora salito in libera; non è stato difficile convincermi.

Non appena siamo scesi dalla macchina ho immediatamente capito di cosa stava parlando. Era impossibile non riconoscere la via: la linea era talmente evidente!

Nonostante fosse già tardi, ci siamo subito messi in marcia per andare a dare un’occhiata ai primi tiri. La prima parte non sembrava semplicissima, in quanto seguiva un sistema di sottilissime fessure su una placca compatta, con difficoltà fino all’A3. Nessuno di noi due aveva molta esperienza con l’artificiale, quindi eravamo un po’ preoccupati. Inoltre, su quelle difficoltà le protezioni sono normalmente pessime e sarebbe stato molto difficile arrampicare subito in libera. In ogni caso una cosa era chiara: volevamo rispettare l’etica degli apritori, salendo dal basso e senza aggiungere spit.

Quel pomeriggio abbiamo salito i primi due tiri, che per fortuna non si sono rilevati essere troppo difficili. Il giorno seguente siamo risalti fino alla sosta dalla quale ci eravamo calati, ed abbiamo proseguito fino al penultimo tiro, dove le difficoltà sembravano diminuire. La linea era veramente stupenda ed i tiri, soprattutto i diedri della seconda parte, lo erano ancora di più! Mentre la prima parte era un po’ più complicata da proteggere, la seconda era caratterizzata da fessure perfette: il paradiso dei friends. Tutti i tiri sembravano salitili anche in libera, quindi abbiamo subito iniziato a pulirli e a provarli. Fatta eccezione per una lunghezza, la maggior parte della via non superava il 7b ed era molto continua. Il tiro chiave saliva un diedro solcato da una sottile fessura; da sotto sembrava durissimo, ma per fortuna si è rilevato essere “solo” 7c.
Purtroppo, durante un tentativo precedente, qualcuno aveva aggiunto degli inutili spit propio affianco ad alcune delle fessure, rovinando così la visione degli apritori. Dopo esserci consultati velocemente, abbiamo deciso di rimuoverli, ad eccezione di quelli di una nuova via, che taglia un tiro di “Così parlò Zarathustra”, che non abbiamo utilizzato; non volevamo creare poliemica, ma solamente rispettare l’etica di chi aveva salito per primo quel pezzo di roccia.

Per fortuna era possibile proteggere tutti i tiri con nuts e friends, anche se non sempre erano buonissimi; solamente due sezioni si sono rilevate improteggibili, nelle quali abbiamo lasciato 2 beaks ed un chiodino a lama.

Ultimo atto

Dopo il lavoro dei giorni precedenti mancava solamente un tassello per completare il puzzle: la salita in libera in giornata.

Dopo un pomeriggio di riposo in valle, e la canonica ora e mezza di cammino, eravamo nuovamente alla base della parete pronti per goderci quei tiri stupendi.

Dopo aver salito i primi 3 tiri da primo, abbiamo continuato in alternata fino in cima, salendo tutti i tiri in libera (ad eccezione di uno per Paolo), firmando così la prima libera della via. La fine perfetta per questa piccola avventura.

Siamo stati particolarmente felici della nostra decisione di non aggiungere o utilizzare alcuno spit. Entrambi crediamo sia importante accettare e rispettare lo stile scelto dai primi ascensionisti, senza modificarlo per adeguare la via ai propri bisogni.

Non volevamo di certo creare polemiche, ma solo rispettare la visione dei ragazzi, che hanno scalato questa bella linea nel '83 ... perché le cose dovrebbero essere diverse ora?

Spero davvero che più persone ripetano la via, poiché merita sicuramente più attenzione.

Ancora una volta questa esperienza mi ha insegnato, che non c'è sempre bisogno di un piano per vivere una bella avventura, ma solo di un buon amico con la stessa attitudine. Grazie Paolo.

Maggiori informazioni

Articolo su planetmountain.com

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