L'idea

In quegli anni il desiderio di cambiare il mio approccio verso l’arrampicata era diventato sempre più assillante: volevo esplorare di più e intraprendere nuove esperienze per comprendere quale fosse realmente la mia strada.

Il primo passo era stata la decisione di abbandonare il mondo delle competizioni, una scelta all’inizio sofferta, che però mi aveva portato a scalare quasi esclusivamente in falesia e a viaggiare molto; credevo fosse quello che stavo realmente cercando, ma poi è subentrata la smania di volermi misurare con qualcosa di ancora più avventuroso.

La passione per l’arrampicata trad e le vie multipitch era scaturita dal viaggio all’isola della Riunione: avevo già sperimentato diverse vie lunghe nelle Dolomiti prima di allora, ma sempre e solo in giornata, senza averne mai provata una che, per la sua complessità, richiedesse una dedizione di più giorni. Al mio ritorno dall’isola, così, mi ci sono buttato a capofitto, trovando in Babsi (Barbara Zangerl n.d.r.) la compagna perfetta con cui condividere questo mio inedito interesse.

La via

La varietà di vie lunghe difficili nelle Alpi è pressoché infinita, ma, chissà per quale motivo, c’era una via che non riuscivo a togliermi dalla testa, pur non avendola mai vista dal vivo; anche Babsi ne era attratta, così, a inizio agosto, ci siamo finalmente ritrovati alla base dell’imponente pilastro lungo cui corre “Des Kaisers Neue Kleider”.

Fatta eccezione per alcuni, la maggior parte dei tiri sono molto impegnativi ed i movimenti non sono mai banali; ricordarsi come salire un tiro non era semplice, ma memorizzare i movimenti di tutta la via era ancora più complesso, qualcosa di nuovo che però mi entusiasmava. Adoravo passare l’intera giornata appeso in parete, impegnandomi a intuire le soluzioni migliori per i vari tiri, ottimizzando ogni piccolo particolare, cercando di dimenticare l’esposizione e condividendo ogni singolo istante con un’altra persona. La sera, ridiscesi a valle, mangiavamo in un prato e dormivamo in macchina: mi sentivo libero.

La salita

Anche se l’arrampicata si era rivelata più complessa del previsto, dopo diversi giorni di lavoro in parete eravamo pronti per tentare di liberare la via in giornata.

Il primo tentativo è stato appannaggio di Babsi: è filato tutto liscio fino al penultimo tiro, dove è caduta diverse volte; ma nonostante la stanchezza, al settimo tentativo, tra le mie urla d’incoraggiamento è riuscita a raggiungere la catena, ed ero felicissimo per lei. Dopo un paio di giorni siamo tornati per il mio tentativo: secondo le previsioni meteo sarebbe stata l’ultima opportunità della stagione per salire la via. Pur non lasciandomi indifferente, fortunatamente la notizia non ha interferito con la mia performance: supportato da Babsi, ho salito tutti i tiri senza mai cadere. Giusto il tempo di abbracciarci per la gioia, che ha iniziato a piovere.

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Articolo su planetmountain.com