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Da bambino faticavo a concepire come si potesse investire così tanto tempo ed energie per venire a capo di una via, rischiando oltretutto di infortunarsi molto seriamente.
Regno Unito
Via tradizionale
Rhapsody
Dumbarton Rock
-
E10 7a - 8c/+ R
Dave MacLeod (2006)
Steve McClure, Sonnie Trotter, James Pearson
“Rhapsody” è una famosa via d’arrampicata trad a Dumbarton Rock, in Scozia. Con il suo grado di E11 - il massimo grado difficoltà della scala trad britannica - all'epoca aveva segnato una nuova era di difficoltà per questo tipo di arrampicata. Tuttora viene considerata una delle vie trad più dure, e in dieci anni ha contato solamente quattro ripetizioni.
Negli ultimi anni mi ero dedicato moltissimo all’arrampicata trad. Dopo aver ripetuto diverse vie qua e là per il mondo, però, ho iniziato a sentire il desiderio di trovare e liberare qualcosa di nuovo. Volevo spingermi con l’arrampicata trad fino al massimo grado che avevo raggiunto fino ad allora in falesia; desideravo liberare il mio “test piece”, ma per farlo era necessario mettermi alla prova sulle vie di riferimento, così da poter realizzare un altro piccolo sogno nel cassetto.
“Rhapsody”, una famosa via d’arrampicata trad a Dumbarton Rock, in Scozia, era perfetta per il mio scopo. Con il suo grado di E11 – il massimo grado difficoltà della scala trad britannica - all'epoca aveva segnato una nuova difficoltà per questo tipo di arrampicata. Tuttora viene considerata una delle vie trad più dure, e in dieci anni ha contato solamente quattro ripetizioni.
La via, liberata da Dave MacLeod nel 2006, condivide il primo tratto con la storica “Requiem”, per proseguire sulla parte centrale della falesia. I primi venti metri, fino a un riposo, sono relativamente sicuri, ma continua lungo un muro molto compatto e strapiombante, la sezione chiave, dove è impossibile proteggersi, e chiude con un lancio al bordo della falesia… il tutto dieci metri sopra l’ultima micro-protezione.
Ho trascorso due settimane in Scozia con l’obiettivo di tentare la via. Le condizioni meteo non erano di certo tra le più favorevoli, ma la motivazione mi ha aiutato a restare concentrato sul progetto. Spesso pioveva, o faceva così freddo che eravamo costretti, tra un tentativo e l’altro, ad andare a riscaldarci in un bar. La via si era rivelata ben più dura del previsto: dopo averla lavorata in top rope, ho iniziato con i primi tentativi da primo, cadendo quasi sempre all’altezza di un passo particolarmente complesso a circa cinque metri sopra l’ultima micro-protezione. Finalmente, complici anche le condizioni meteo più clementi, l’ho superato, raggiungendo il lancio al bordo della falesia. Normalmente non urlo mai di gioia quando riesco a realizzare un progetto, ma “Rhapsody” è stata indubbiamente un’eccezione.